Contattologia e Ortocheratologia

Grazie ai progressi in termini di geometria e di materiali, le lenti a contatto hanno oggi una vasta diffusione. La disponibilità di lenti a contatto sempre più tollerabili e confortevoli non deve tuttavia far dimenticare che l’uso delle lenti a contatto può portare a serie complicanze.

Con le moderne lenti a contatto è possibile correggere oltre ai comuni difetti refrattivi anche miopie elevate, astigmatismi e ipermetropie.

L’ortocheratologia (Ortho-K) consiste nell’utilizzo di lenti a contatto rigide gas-permeabili durante le ore notturne, per migliorare la vista tramite un rimodellamento della cornea. Questo metodo può essere utilizzato come alternativa agli occhiali, alla chirurgia refrattiva o per coloro che preferiscono non indossare lenti a contatto durante il giorno.

Con questo metodo è possibile correggere difetti miopici fino a 6 diottrie e la durata di visione nitida varia dalle 16 alle 48 ore, a seconda del grado di miopia. Ricordiamo che le modifiche corneali avvengono a livello epiteliale e che non saranno quindi definitive: con la rimozione delle LAC o con la sospensione delle applicazioni notturne la cornea tornerà alla sua forma originaria, ripresentandosi così il difetto refrattivo originario.

L’ortocheratologia, infine, ha dimostrato di essere moderatamente efficace nel ridurre la progressione della miopia.

Una condizione in cui la lente a contatto è particolarmente importante è la correzione del difetto refrattivo nel paziente con cheratocono. La lente a contatto infatti costituisce il cardine della riabilitazione visiva in questi pazienti e deve essere scelta da un contattologo esperto di concerto e sulla base delle indicazioni dell’oculista curante e sulla base della topografia corneale.

Anche il paziente operato di trapianto di cornea si giova spesso di una lente a contatto per ottimizzare l’acuità visiva. Anche in questo caso l’applicazione richiede la collaborazione tra l’oculista e un contattologo esperto che sulla base della patologia di partenza, del tipo di trapianto e della topografia corneale valuteranno l’applicazione più adatta alle caratteristiche cliniche del paziente.

Un’indicazione particolare è l’applicazione pediatrica di lenti a contatto come nei neonati con difetti refrattivi elevati o nei piccoli pazienti operati di cataratta congenita. In questi pazienti dopo l’intervento di estrazione della cataratta non viene impiantato il cristallino artificiale fino all’età di circa due anni. Fino a questo periodo la riabilitazione visiva dell’occhio operato avviene grazie alla lente a contatto.